19 Marzo 2024

Parco Conero

Parco e soprintendenza 

Consorzio del Parco e Soprintendenza ai beni ambientali ed architettonici delle Marche, a loro l’ultima parola sulla gestione dell’ area verde del Conero, due istituzioni a confronto, in un incontro tenutosi venerdì scorso, a cui hanno partecipato il presidente del Parco Claudio Maderloni, il Soprintendente Luciano Garella, gli architetti Francesca Sorbati, Antonietta De Angelis, Riccardo Picciafuoco e Massimiliano Pecci, il direttore del Parco Nicola Orsini.

In sintesi, dopo i saluti di rito, l’ auspicio del Soprintendente è stato di ‘poter arrivare ad una collaborazione, ad una definizione più consapevole del territorio, ad una gestione concordata e a volte pacata del territorio medesimo’.

Il nuovo metodo applicato alla gestione del Parco è basato sulla partecipazione, come ha spiegato il Presidente Maderloni: ‘ad oggi l’ area protetta del Conero è stata oggetto di un lavoro che l’ ha proiettata verso l’ esterno ed ora c’è la necessità di andare alla modifica di questo indirizzo coinvolgendo, nella consapevolezze di avere un patrimonio e un valore aggiunto, i cittadini, le amministrazioni, le aziende e i turisti.

Quando si parla di parco, in molti iconizzano le ‘Due sorelle’, ma questa amministrazione vuole valorizzare anche l’ interno, non perdendo di vista la priorità che è la difesa dell’ area’.

 

Claudio Maderloni


INCONTRO CON RENZO ARBORE

Mentre era ospite d’ onore al ‘Summer Jamborèe’, la manifestazione a tema ‘anni ‘60’ che in estate colora Senigallia, Renzo Arbore non ha resistito al richiamo del vicino Conero, un’attrazione che il sei agosto ha fatto si che si mettesse in moto la macchina organizzativa per accompagnare l’ artista tra i sentieri più suggestivi del Parco.
Il Consorzio ha disposto per la gita che la guida Forestalp Luca Cogoi, gli facesse da Cicerone in un’ escursione nella parte sommitale del Monte, al belvedere nord, che ha lasciato letteralmente a bocca aperta Renzo Arbore e il suo seguito formato da Ugo Pacelli, autore di programmi di successo quali ‘Indietro tutta’ e il giovane emergente Antonio Tornaiuolo, cooconduttore con lo showman di ‘Meno siamo meglio stiamo’.
La gita è proseguita fino la chiesa di San Pietro al Conero per poi vedere la compagnia sedersi in un bar all’ aperto a mangiare piadina e salsiccia, raggiunti nel frattempo dal Presidente del Consorzio Claudio Maderloni.
Arbore non è voluto ripartire prima di fare un giro in auto per le vie di Numana e Sirolo nel più stretto riserbo. Aveva sentito parlare della Riviera del Conero ma non aveva avuto ancora l’ occasione di perdersi tra la varietà di paesaggi che offre. Entusiasta dal panorama e dall’ accoglienza, si è detto particolarmente legato alle Marche, anche grazie alla sua collaborazione con la Lega del Filo d’ oro di Osimo, a cui lega l’ immagine.

Claudio Maderloni        2005

 

Vivere il mare

(Discorso Maderloni )

La dodicesima settimana azzurra di ‘Vivere il mare’ che si ripete nelle Marche da cinque anni, non rappresenta  per il Consorzio del parco del Conero solo un tradizionale appuntamento, ma anche un momento di presentazione del territorio, delle sue tipicità naturali, di conoscenza vissuta del parco per centinaia di ragazzi che sono il futuro e come tale va educato nel rispetto dell’ ambiente e in direzione della giusta valutazione della sua importanza.
Quindi 700 persone che per alcuni giorni interagiscono con la zona è per noi fonte di gioia, motivo in più per aderire all’ iniziativa, considerando che l’ economia del mare si fonda perfettamente con l’ economia interna dell’ area protetta.

E’ un dialogo fondamentale quello instaurato con i giovani che deve continuare e da parte nostra l’ impegno è di divulgare la parola del parco attraverso i sistemi di informazione, il giornale ‘Nel parco c’è’, che abbiamo distribuito ai ragazzi durante la loro visita sul Monte, dove hanno apprezzato le ricchezze naturalistiche e culturali offerte dal Conero, grazie anche alla collaborazione della Forestalp che da anni svolge un ottimo lavoro in sinergia con il Consorzio del parco del Conero. Il messaggio che non solo in questa occasione ci preme di diffondere è che un parco non si difende solo con i divieti, ma con la conoscenza e con lo sviluppo sostenibile condiviso.


Ancona, marzo 2006

Erosione della costa (Articolo)

La salute della costa è a rischio, le mareggiate di quest’ anno ne hanno letteralmente cambiato i lineamenti, con un’ erosione che ha danneggiato seriamente le spiagge, alcune delle quali in maniera irreversibile.
Servono quindi interventi definitivi nel più breve tempo possibile, interventi studiati dalla Regione Marche che, progetto alla mano, sono in stallo per la mancanza della totalità dei fondi utili alla sistemazione del litorale.
I finanziamenti assegnati dal Ministero alla Regione per realizzare questo progetto, comprensivo del tratto di lido che va da Sirolo alla foce del Musone, sono arrivati solo in parte, quattro dei sei milioni di euro richiesti e, senza l’ intera cifra, non si può dare il via alla ristrutturazione della costa.

Si tratta di un ripascimento di 540.000 mc di sabbia aggiunti a 40.000 mc di ghiaia che verranno riportati sulle spiagge, partendo dal ripristino del fondale antistante. Materiale che non andrà disperso dalle mareggiate perché circondato da pannelli soffolti, che diminuiranno la potenza dell’ onda limitando i danni.
Un’ elevata quantità di sabbia, circoscritta da scogliere sommerse, vietate dal Piano del Parco, ostacolo in teoria superabile, in base ad un gioco di competenze.

Una questione delicata ma mai risolta definitivamente, discussa nell’ incontro del sei settembre presso il Comune di Numana in sala giunta, nel quale sono intervenuti il Presidente del parco del Conero Claudio Maderloni, l’ assessore della Regione Marche Gianluca Carrabs e il tecnico regionale Mauro Petraccini, i sindaci Mirko Bilò e Giuseppe Misiti dei comuni di Numana e Sirolo e una delegazione di bagnini rivieraschi con il loro presidente Davide Bilò. Dopo l’ esposizione di Carrabs su che cosa è previsto nello studio stilato in via Gentile da Fabriano per la zona di Marcelli sud e per la spiaggia di San Michele-Sassi Neri, aree notoriamente malate di erosione, Petraccini ha aggiunto particolari sull’ aspetto tecnico della questione.
Carrabs ha garantito che l’ azione vuole essere in equilibrio con l’ ambiente, argomento condiviso dal Presidente del parco ‘anche se- ha puntualizzato Maderloni- le indicazioni del piano del parco attualmente in vigore parlano chiaro e dicono no alle scogliere’ precisando che ‘la cosa va valutata e discussa, tenendo conto che la questione non rientra nelle competenze del Consorzio, ma il parere dello stesso va tenuto in considerazione’.
Una richiesta di ascolto perviene anche dal delegato di giunta all’ ambiente del Consorzio del parco Diego Mancinelli: ‘un intervento importante che ricostruisca il filo di costa è urgente e fondamentale, altrimenti si rischia di perdere un bene prezioso che è la spiaggia–dice- ma deve essere ecocompatibile e non invasivo. Le scogliere sopra il livello del mare mi trovano assolutamente contrario, per altre tipologie di interventi non ho problemi a discuterne e auspico che il parere del parco venga ascoltato’.
Basta con le soluzioni tampone è l’ opinione di Antonio Mazzantini, delegato (istituzione area marina protetta e sviluppo dell’ agricoltura di qualità) del Consorzio del parco. ‘Le esperienze di ripascimento fatte ad oggi in Riviera –spiega- sono risultate inefficaci, il mare ha puntualmente eroso la spiaggia vanificando i riporti di sabbia, più o meno consistenti. Per risolvere il problema serve ricreare il lido, ma contenere in qualche modo il materiale, magari perché no con le barriere sommerse, che evitano al mare di accanirsi contro il litorale. All’ interno di queste barriere in genere si crea un ripopolamento marino, importante dal punto di vista ambientale’.

Claudio Maderloni


INCONTRO CON AZIENDE AGRICOLE

L’ agricoltura del Parco è sintetizzata nel ‘Marchio agricolo’ che caratterizza e destinato a promuovere i prodotti tipici del Conero, con la diretta e personale collaborazione delle aziende inserite tra i suoi confini.
Un segno distintivo di un’ importante realtà economica che i primi di settembre, attraverso una rappresentanza, si è confrontata con il Presidente del Consorzio del Parco Claudio Maderloni, con i componenti della giunta con delega allo sviluppo dell’ agricoltura di qualità Antonio Mazzantini e ai rapporti con le aziende Fabio Borgognoni, con il tecnico Marco Zannini.
Un tavolo di dibattito attorno al quale si sono seduti i produttori Cecilia Benaducci e Rodolfo Tagliarini della ‘Benaducci e Tagliarini’, Alessandro Morresi per la ‘Piersantelli’, Aurora Cutini de ‘Il Condotto del Conero’, Alessandro Magnani dell’ ‘Agriconero’, Alfredo Frittelli per conto de ‘Il Mandorlo’.

Dopo un’ introduzione del Presidente che ha messo in evidenza l’ importanza dell’ agricoltura di qualità prodotta sul Conero, dalla loro, Borgognoni e Mazzantini hanno spiegato che: ‘Il progetto “Marchio Agricolo del Parco” è una delle iniziative più importanti intraprese in collaborazione di intenti tra le “Aziende Parco”  e il Parco del Conero.
Un progetto che ha preso forma e concretezza attraverso azioni che fino ad oggi hanno portato ad ottimi risultati, come l’adozione di un regolamento atto a disciplinare l’uso del Marchio di area, sia per i prodotti che per le iniziative promozionali, volte alla diffusione e allo sviluppo dei prodotti provenienti dal territorio del Parco; all’inserimento delle ditte nel sito Internet del Consorzio; alla realizzazione di una guida con i nomi di chi ha aderito al cartello; alla realizzazione di una particolare segnaletica stradale; alla partecipazione con stands a manifestazioni come la “Bandiera blu” e “Parco produce”’.

Ma i delegati di giunta hanno notato che nonostante tutto ‘non ha aderito al progetto l’ intero numero di realtà specifiche, forse per poco interessamento o forse per  timore di costi aggiuntivi, a differenza di alcune che hanno cercato di entrare in un’ottica nuova di presentare il proprio prodotto con il marchio, anche se quello d’impresa non ne garantisce l’origine, la natura, la qualità.
Ma questo non toglie che il bollino affisso diventi un valore aggiunto al prodotto stesso’.
E’ pur vero che non vi è forma giuridica che imponga di usare il marchio ‘quindi siamo di fronte ad una scelta soggettiva del titolare’, spiegano Borgognoni e Mazzantini che continuano esponendo idee per rilanciare il progetto con una serie di iniziative.

La prima è stata appunto convocare le aziende che hanno aderito al cartello per avere un quadro generale della situazione attuale.
Ora si passerà ad incontrare quelle che non vi hanno aderito mentre, successivamente, verrà convocato il Comitato del Marchio per studiare strategie di sviluppo e per la valorizzazione dei prodotti e per rivedere il suo regolamento in funzione delle normative vigenti.
Ma la cosa più importante –puntualizzano- sarà valutare la proposta di sostituire il logo in vigore con quello del Parco, oggettivamente più noto ed effettuare interventi mirati su chi intende produrre e commercializzare prodotti biologici’.
Dalla loro, i conduttori delle aziende agricole si sono trovati d’accordo nell’ idea di sostituire l’ attuale marchio con quello del Parco ed hanno chiesto al Consorzio di porre maggiore attenzione verso chi utilizza questo segno distintivo per commercializzare altri prodotti non autorizzati, nonchè di garantire maggiore visibilità alle aziende agricole.

Claudio Maderloni

 

IL CONSIGLIO DEL DIRETTIVO DEL PARCO DEL CONERO

Il Consiglio direttivo del Consorzio del parco del Conero è stato convocato lunedì 21 dal Presidente Claudio Maderloni, presso il Centro visite. Quattro i punti all’ odg, tra cui la nomina della commissione tecnica di cui l’ art 3.4 del regolamento del Parco, che si occuperà della predisposizione degli atti per il rilascio del nulla-osta di cui all’ art. 13 legge 394/1991.
Votati all’ unanimità, con la sola astensione del consigliere Mina Fortunati, i professionisti che faranno parte della commissione sono: arch. Alfiero Sabbatini, la dott.ssa Francesca Manoni, il dott. David Fiacchini, il dott. Rossano Rocchetti, proposti rispettivamente dagli ordini: degli architetti, dei dottori agronomi e forestali, dei biologi, dei geologi.
In pratica il Consorzio del parco in data 22.09.2005 ha richiesto agli Ordini professionali interessati di esprimere una terna di nominativi tra i loro iscritti, con i relativi curricula, per la selezione di un tecnico da inserire nella Commissione di cui sopra.

Prima di procedere all’ esame della documentazione pervenuta, i membri della commissione valutatrice Claudio Maderloni, Arch. Francesca Sorbatti, Geom. Mario Serpilli, Dott. Carlo Morbidoni e Ing. Roberto Renzi, hanno concordato nel ritenere qualificanti dal punto di vista tecnico, ai fini della proposta da sottoporre all’ attenzione del Consiglio direttivo, le esperienze professionali dichiarate nel curricula, con attinenza alla pianificazione territoriale, la tutela e la valorizzazione paesistico ambientale del territorio, in conformità ai contenuti dell’ art. 3.4 del regolamento.

Il Presidente Maderloni e il consigliere Serpilli hanno inoltre evidenziato le indicazioni emerse nella riunione del Consiglio Direttivo del 5-9-05 di privilegiare i tecnici che prevalentemente non svolgono un’ attività professionale ridotta nel territorio del Parco e quelli che non siano dipendenti pubblici di Enti sovraordinati.
Dopo tale premessa, le scelte del consiglio del Parco, una volta appreso il verbale della commissione valutatrice, su indicazione della giunta, sono cadute sull’ arch. Sabbatini per la manifesta attività nel settore della pianificazione territoriale, nonché quello della tutela ambientale; su Francesca Manoni per l’ esperienza nell’ ambito dell’ agricoltura biologica e formazione nel settore dell’ ingegneria naturalistica; David Fiacchini è stato l’ unico nominativo suggerito dall’ ordine dei biologi ed infine nel curriculum di Rossano Rocchetti spicca l’ impegno nei settori ambientale e della pianificazione del territorio ed esperienze in varie commissioni edilizie comunali.

Claudio Maderloni

Novembre 2005

Un ippodromo ad Angeli di Varano?
Non è proprio così ed è lo stesso presidente del Parco, on.le Claudio Maderloni

SIROLO – Un ippodromo ad Angeli di Varano? Se ne fa un gran parlare dopo la seduta dell’altra sera del direttivo del Parco del Conero, in cui è stato approvato il nuovo Piano (del Parco), strumento fondamentale per la gestione del territorio e al quale i piani regolatori dovranno adeguarsi. Molti pensano, per esempio, che il nuovo Piano consentirà la costruzione di un grande impianto per corse di cavalli. Non è proprio così ed è lo stesso presidente del Parco, on.le Claudio Maderloni, a chiarire. Si tratta , in realtà, di un importante centro equestre regionale, secondo il progetto presentato dalla Fise al Comune di Ancona. L’argomento ha fatto colpo, ma devo avvertire : non è che una delle questioni che fanno discutere e che troveranno attenzione nei prossimi mesi.

Se ne parla anche perché sul centro equestre vi è stato, in direttivo, un piccolo battibecco tra Giordano Vecchietti e Diego Mancinelli, della Giunta Esecutiva: quest’ultimo non proprio entusiasta dell’ipotizzato maneggio anche se poi sull’elaborato complessivo ha votato a favore. Vediamoli, allora, i punti salienti del nuovo Piano. Ce ne parla lo stesso presidente Maderloni, che ha vissuto con i tecnici del gruppo coordinato dall’architetto Riccardo Picciafuoco, tutta la vicenda.

Intanto – esordisce Maderloni – voglio esprimere grande soddisfazione per l’approvazione del Piano. Il direttivo aveva già discusso il progetto e modificato dopo gli incontri con i Comuni al Comitato Tecnico per il Territorio e alla Comunità del Parco. Dopo ampio e costruttivo dibattito, è stato raggiunto un risultato importante. Ora, tutti i soggetti coinvolti, cittadini, categorie, Comuni, Provincia, potranno migliorare la proposta adottata dal Consiglio Direttivo con le proprie osservazioni. Le critiche e le perplessità dei consiglieri – prosegue – sono rilevanti anche perché il soggetto che dovrà prendere in esame l’elaborato sarà presto diverso; sarà infatti l’Ente Parco appena varato dalla Regione. Dopo i novanta giorni di osservazioni.

Eccoli, dunque, gli aspetti caratterizzanti così come sintetizzati dal presidente Maderloni. La nuova variante generale (al Piano del Parco) approvata, prevede che tutte le azioni che possono alterare il territorio devono essere realizzate tenendo in pari considerazione il sistema fisico-naturale, quello antropico, quello percettivo-culturale e il sistema istituzionale-normativo; in secondo luogo l’Ente Parco del Conero, nel rilasciare il nulla osta su vari piani o progetti con il Me.Vi. (metodo valutazione integrata) entrerà nel merito della progettazione. Inoltrein questo nuovo scenario, prende forma una doverosa crescita intellettuale in cui (ad esempio) una singola pianta, una strada di campagna o la presenza di un raro animale possono diventare elementi focali per un progetto di rispetto e di loro valorizzazione. Da segnalare che insieme all’architetto o all’ingegnere, d’ora in poi saranno anche il geologo, l’agronomo, l’economo, lo storico, il faunista o botanico a progettare, pianificare; Infine con la variante generale si possono,infine, raggiungere gli obiettivi delle aree protette, quelli di garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale.

 

Claudio Maderloni

LA VISITA DEI SINDACI  DELLA PROVINCIA

La visita dei sindaci della provincia di Ancona sul Conero è stata un’ iniziativa in linea con la politica di promozione del territorio di Claudio Maderloni, Presidente del Consorzio del parco del Conero.
Parlando con alcuni amministratori della Provincia di Ancona –spiega Maderloni- mi sono reso conto che non tutti conoscono l’ intimo del parco, che in molti ne parlano per sentito dire, senza entrare nel dettaglio delle sue peculiarità, dei suoi tesori’ e così nasce l’idea dell’ invito a passare una giornata da turisti sul Monte, un’ escursione guidata alla scoperta dell’ ambiente, storia e sapori del territorio.

Il 15 ottobre l’ idea si materializza e diventa un nutrito programma, accolto a braccia aperte da numerosi sindaci, in particolare da quelli provenienti da Montemarciano, Castelbellino, Morro D’ Alba, Chiaravalle, Monte San Vito, Senigallia, Sirolo, Numana e dalla Comunità montana Esino Frasassi.

‘Il Parco –spiega Maderloni- è un patrimonio straordinario non solo di chi vi risiede, ma della collettività, una risorsa e come tale va conosciuto.
Come amministratori del Consorzio del Conero, la nostra intenzione è di sensibilizzare la collettività partendo dai cittadini affinché siano coscienti di possedere un patrimonio, che va tutelato dagli amministratori, aiutati dalla consapevolezza delle aziende di rendere compatibile la loro crescita rispettandolo e dei visitatori. Questa sensibilità cresce anche attraverso la conoscenza e la divulgazione diretta delle bellezze che ne fanno parte e come bellezze intendo tesori storico-culturali, nonché eno-gastronomici.

Il Parco non è solo un valore aggiunto per la Riviera, ne è il  cuore pulsante, perciò  va difeso nell’ ottica di ricchezza e strumento volto al benessere di tutti e mi auguro che attraverso la sua storia riesca a contaminare l’ esterno’.
La politica di promozione del parco di Maderloni è chiara, quale migliore passa parola dell’ entusiasmo di chi impara ad amare il Conero e da qui la linea di dare un seguito all’ incontro con i sindaci della Provincia, invitando gli esponenti delle categorie economiche, sociali, ambientali.

A rafforzare la convinzione di continuare su questa strada anche e soprattutto il favore riscosso il 15 ottobre: ‘i sindaci e i loro preposti mi hanno ringraziato vivamente di aver organizzato una così bella giornata alla scoperta del Conero e di aver potuto godere di scorci paesaggistici unici e della gradevolezza della nostra gastronomia’.
Accolti fin dal mattino dall’ intera giunta del Parco presso il Centro visite, la giornata degli ospiti ha avuto il seguente corso: dopo il saluto della giunta, il gruppo ha fatto la conoscenza delle guide Forestali che li ha accompagnati nelle varie tappe dell’ escursione.
Poi ci si è trasferiti a Numana per una passeggiata lungo le vie del centro storico fino alla caratteristica Torre, importante resto medievale di questa antichissima città ed al balcone panoramico sul porticciolo.
Da Numana a Sirolo e breve visita dell’ antico borgo medievale alle pendici del Conero, attraverso i pittoreschi vicoli del paese e la caratteristica piazzetta a picco sul mare.
A Sirolo a fare gli onori di casa c’erano il primo cittadino della cittadina Giuseppe Misiti e il vicesindaco Stefano Polenta. Dopo un caffè in Piazza del Santuario in loro compagnia si è saliti sul Conero, visitata la chiesa romanica di San Pietro e passeggiato attraverso la macchia mediterranea, con panorama a strapiombo sul mare e sui caratteristici faraglioni delle Due Sorelle.
Il pranzo presso l’ hotel del Monte Conero è stato a base di prodotti tipici del territorio.
Le successive tappe sono state: alla baia di Portonovo con visita della chiesetta di San Maria e all’ azienda vitivinicola Moroder di Montacuto. Qui la famiglia Moroder ha accolto il gruppo, facendogli visitare la cantina e degustare i prodotti tipici e il prestigioso ‘Dorico’, vino Rosso Conero ottenuto dagli assolati vitigni Montepulciano.

 Claudio Maderloni

Ancona, ottobre 2005

 

 

Vivere il mare

Nelle Marche, 700 studenti e insegnanti di tutt’ Italia sono stati protagonisti di un grande evento multiculturale sotto l’ Alto patronato del Presidente della Repubblica, dedicato al mare, alla pesca e allo sport.
Dal 21 al 26 ottobre, alunni e docenti di 12 diverse regioni e 24 province italiane, autori di 30 video e spot scolastici sui temi del mare per la ‘Sezione vivere il mare’ e della pesca per la ‘Sezione della pesca’ sono stati ospiti per il quinto anno consecutivo, di Ancona e delle Marche per partecipare ad un soggiorno eco-turistico e di studio e gareggiare, nel 12° ‘Video Festival di Vivere il mare’, per la conquista della Coppa del Presidente della Repubblica, vinta dagli alunni del liceo scientifico ‘Rescigno’ di Roccapiemonte di Salerno, consegnata dal Presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarli.
La manifestazione, posta sotto l’ Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si è realizzata con il sostegno finanziario del Consorzio del Parco Naturale del Conero, rappresentato nella serata conclusiva tenutasi a Loreto, dal Presidente Claudio Maderloni; della Provincia di Ancona; della Regione Marche, della Camera di Commercio di Ancona, del Sistema turistico locale della Riviera del Conero, delle amministrazioni comunali di Ancona, Numana, Fano, Senigallia, Civitanova Marche e Loreto.

Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Dipartimento delle Filiere Agricole e Agroalimentari, Direzione Generale per la pesca e l’ acquicoltura ha sostenuto e promosso, nell’ ambito della manifestazione, la ‘Sezione pesca’ che ha premiato i gruppi scolastici finalisti dei concorsi ‘Il mondo della pesca’ e ‘Pesca uno spot!’ (documentari, inchieste e spot televisivi sulla pesca e l’ acquicoltura in Italia).

Il 12° ‘Video Festival di Vivere il mare’, in anteprima nazionale, ha presentato i video vincitori della ‘Sezione pesca’ insieme ai video film vincitori dei concorsi nazionali ‘Un video per il mare’ e ‘Il mare della mia regione’, tutti prodotti per la campagna ‘Vivere il mare’ 2005.
I premi in palio per i 30 finalisti sono stati: la Coppa ed un trofeo assegnati dal Presidente della Repubblica ai migliori video scolastici del 2005 sul mare e sulla pesca, i premi assoluti ‘Documentario’, ‘Inchiesta’ televisiva’, ‘Giuria giovani’, ‘Video pesca’, ‘Spot pesca’. All’ audiovisivo con maggiori contenuti sociali è andata inoltre la Coppa del ‘Segretariato Sociale della RAI’.

Tra gli altri, hanno presenziato alla manifestazione l’ assessore regionale Gianluca Carrabs, quello provinciale Luciano Montesi e quello comunale di Ancona Tagliacozzo, il sindaco di Numana Mirko Bilò. L’ evento è stato realizzato in collaborazione con il Ministero dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca Scientifica, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del territorio.

    Claudio Maderloni  2005

“Nel Parco c’è”

 di Claudio Maderloni
(Presidente del Consorzio del Parco del Conero)

La variante al Piano del Parco del Conero è giunta alla fase finale della bozza preeliminare di studio e si sta per affacciare in quella di proposta, per arrivare all’ effettivo ad aprile del 2006, quando avrà vita un nuovo strumento urbanistico che andrà a sostituire il vigente, un Piano con molte lacune, fatto in emergenza in un momento in cui la Regione chiedeva una regolamentazione in tempi rapidi.

La bozza preliminare è stata nei mesi scorsi oggetto di presentazione da parte dei tecnici incaricati della sua stesura, agli Enti interessati dal Consorzio Parco del Conero. In particolare ai Comuni di Ancona, Camerano, Numana e Sirolo, alla Provincia di Ancona e alla Regione Marche.

Il redigendo Pdp nasce dalla volontà di cogliere l’ attenzione sul paesaggio, in intesa con la qualità di vita di chi ci vive e in armonia con i processi che lo muovono ma, in primis, dalla consapevolezza della sua importante azione di salvaguardia.

Questo gruppo di studio ha lavorato in sinergia con i tecnici delle amministrazioni ai vari livelli e in generale c’è attesa per un piano che sia il più condiviso possibile. Riteniamo importanti il valore della partecipazione e che i comuni dicano la loro ai fini della realizzazione del Pdp ma, ripeto, tenendo ben presente l’ obiettivo di tutela ambientale specificato nell’ articolo uno della legge, che amo citare spesso perché racchiude la filosofia con cui il Parco è nato.
Infine ringrazio lo staff di professionisti che hanno contribuito affinché la comunità vanti un nuovo strumento urbanistico più attuale, funzionale e snello.

Nell’ assumerci questo impegno, io e la mia amministrazione abbiamo posto come priorità che gli indirizzi fossero chiari e se riusciremmo a fare un buon Pdp sarà anche grazie ad un lavoro di confronto e di collegialità. Ne presenteremo alla giunta fra breve una bozza, il consiglio direttivo lo visionerà il 20 febbraio, per arrivare all’ adozione del Piano da parte del consiglio del Consorzio nei tempi che ci siamo prefissi, entro i primi di aprile. C’è ancora tempo quindi per discuterne con le amministrazioni, i cittadini sono già stati ascoltati e lo saranno ancora in quattro assemblee pubbliche, una in ogni comune che fa parte del Parco, manto di discussione con la parte viva di questo territorio.

 

Claudio Maderloni

 

Punto di vista sulla nuova legge regionale del Parco
di Claudio Maderloni.

Domanda : si profila una proposta di legge sulla trasformazione del Consorzio a Ente : che ne pensa ?

Risposta: nel 2000 la legge regionale modificava il Consorzio da  Consorzio volontario   a  Consorzio obbligatorio tra enti. Quella scelta non è stata fatta a caso, credo che abbia voluto sottolineare una scelta definitiva della salvaguardia di un ambiente per cui è nato il parco con la legge 23 aprile 1987 n. 21 in cui al cap. Art. 1. E’ istituito il parco regionale del Conero.
Scopo del parco è la programmazione unitaria dell’uso del territorio interessato con preminente riguardo alle esigenze di tutela della natura e dell’ambiente, nonché alla promozione della conoscenza scientifica e della didattica naturalistica, per favorire lo sviluppo delle attività economiche, turistiche e sociali delle comunità residenti e renderlo compatibile con la tutela e la salvaguardia delle peculiari caratteristiche naturali, ambientali e storiche del Conero.

Ora siamo alla proposta di modifica da consorzio ad ente, ed io sono favorevole anche se ripeto sarà necessario entrare nello specifico della legge.  Non è solo la entrata della Regione e di un componente dell’associazionismo ambientalista, direttamente nel Consiglio, né la riduzione del numero dei componenti, ma sarà necessario la salvaguardia dell’autonomia gestionale dell’Ente, e non perdere il lavoro fatto con il coinvolgimento di tante persone.

La costituzione di una consulta che possa far partecipare le tante sensibilità presenti, associazioni ambientaliste, associazioni produttive, cittadini amministratori ecc. con lo scopo di essere da supporto al consiglio del parco sarà indispensabile.

Domanda : Se la cosa andrà in porto, quale sviluppo avrà la gestione del Parco ?

Risposta: se si faranno le cose che ho appena detto, più partecipazione delle amministrazioni locali, più coinvolgimento dei cittadini, etc.  la presenza della Regione non potrà che facilitare la realizzazione di alcuni progetti ambiziosi e salvaguardare il territorio in modo partecipato a partire dalle amministrazioni comunali e  che serviranno per rafforzare gli scopi per cui questo parco è stato costituito.

 

Claudio Maderloni

Bilancio

Questo, per il Parco del Conero, è un momento significativo in quanto si stanno affrontando argomenti di rilevante entità che segneranno il futuro sviluppo eco-sostenibile del territorio.
In particolare mi riferisco alla nuova variante al Piano del Parco, alla costituzione di un’ area umida importantissima dal punto di vista naturalistico e non ultimo al bilancio, approvato nel consiglio tenutosi a febbraio.

In quella sede sono stati votati il bilancio di Previsione 2006, quello Pluriennale 2006/2008, la Relazione Previsionale e il Programma di Bilancio 2006/2008.
Approvati inoltre il Programma Triennale e l’ elenco annuale dei Lavori Pubblici. Documenti che riassumono i dati più significativi dell’ attività del Consorzio, attraverso un’ analisi delle scelte operate dall’ Amministrazione.

Il grado di autonomia di questo Consorzio, la capacità di spesa, fa risultare evidente che lo stesso vive grazie a contributi regionali, del Comune di Ancona e di Sirolo e, a decorrere dal 2003 anche del comune di Camerano per complessivi 81.444,00 euro ( £ 157.697.570 ) necessari per sostenere l’ ordinaria amministrazione. C’è comunque da sottolineare che il bilancio, sia per la spesa corrente che per gli investimenti, è per lo più finanziato dalla Regione Marche che stanzia euro 469.404,90 ( £ 908.894.625) per gli interventi da attuarsi nel Parco del Conero previsti nel PTRAP 2006/08.

Concede poi il finanziamento per le spese correnti di euro 457.439,87 ( £. 885.727.100) ed infine 50.000,00 euro (£.96.813.500) da destinare ai Centri di Educazione Ambientale.
Le opere finanziate dalla Regione Marche in sintesi riguardano per 54.404,90 euro (£. 105.342.575) una serie di iniziative volte allo sviluppo dell’ informazione e della comunicazione attinenti a proposte del Parco ed alle tematiche di carattere ambientale e culturale, nonché ai valori storici dell’ area protetta, al periodico di informazione ‘Nel Parco c’è’, ai collegamenti attivati ad internet, alla produzione di pubblicazioni, ristampe e nuove idee editoriali.
Si aggiunga la partecipazione a manifestazioni promozionali-turistiche di interesse per gli scopi istituzionali dell’ ente.
Si effettuano anche spese ( 50.000,00 euro – £. 96.813.500) relative al funzionamento e potenziamento del Centro visite e del CEA. In tema selvicolturale (100.000,00 euro – £. 193.627.000) si prevede la prosecuzione delle opere di rinaturalizzazione e prevenzione del rischio di incendio attraverso operazioni selvicolturali appunto, da attuarsi in proprietà forestali di privati o di altri Enti pubblici.

Per il recupero ambientale (50,000,00 euro – £. 98.813.500) ci si è incentrati su tre obiettivi:il bosco Mancinforte di Camerano, il sentiero di Mezzavalle, le spiagge. Senza contare il progetto di 40.000,00 euro (£.77.450.800) per l’ area umida che nascerà nei pressi del fiume Musone, dentro i confini del Parco, importante sia per le presenze botaniche che per l’ ubicazione interessata dalle rotte migratorie Nord Europa Africa. 30.000,00 euro (£. 58.088.100) vengono destinati per la manutenzione straordinaria di alvei fluviali e torrentizi, mentre 60.000,00 (£.116.176.200)  per la gestione della rete dei sentieri del parco. Altro argomento in bilancio è lo stanziamento di 55.000,00 euro (£. 106.494.850) per la variante generale al Piano del Parco, resasi necessaria al fine del superamento delle lacune insite nell’ originario impianto pianificatorio, di rendere attuabile la realizzazione di uno strumento normativo compiuto, efficace e moderno nella gestione e tutela del territorio.

Infine c’è la spesa di 30.000,00 euro (£. 58.088.100) per la realizzazione di un Piano Faunistico per un’ approfondita conoscenza delle specie presenti nel Parco, si effettueranno studi di settore sulle popolazioni, onde poter procedere ad interventi per la gestione della fauna, nell’ ottica della protezione e del miglioramento dei loro habitat in sintonia con i dettami della Rete Ecologica Marchigiana.

Claudio Maderloni

Limiti di velocità sul Conero
Sirolo, 27 Febbraio 2006

Al Sig. Sindaco Comune di Ancona

Al Comando Polizia Municipale di Ancona

Al Comando Provinciale Carabinieri Ancona
Al Comando Provinciale della Guardia di Finanza Ancona
Al Compartimento Polizia Stradale – Questura Ancona
Loro indirizzi

OGGETTO: Strada provinciale del Conero – Frazione Poggio: repressione alta velocità su ruote.

 

La stampa ha dato il giusto risalto alla pacata, civile manifestazione di protesta svoltasi in questi giorni da parte degli abitanti della Frazione Poggio di Ancona contro il pericoloso malcostume della velocità a due ruote sulla provinciale del Conero.

La reazione dei Poggesi è giunta dopo un lungo periodo di sopportazione perché la velocità a due ruote sul tratto viario in questione è fenomeno che dura da diversi anni e che ha visto in passato il deciso intervento delle Forze dell’Ordine.

La vigilanza volontaria del Parco non annovera purtroppo le persone fisiche necessarie e non è supportata da strumenti normativi atti a reprimere siffatti episodi, che si distinguono solo per il forte dispregio verso la propria ed altrui incolumità nonché verso le regole della civile convivenza, e che non possono nemmeno fregiarsi della giustificazione che nasce dall’esercizio di una pratica sportiva.

Esprimo piena ed incondizionata solidarietà agli abitanti del Poggio, come evidenziato nel corso dell’Assemblea Pubblica di venerdì 24 Febbraio c.a. a Camerano, nella loro manifestazione di protesta contro un fenomeno che deve essere assolutamente arginato e represso, non senza evidenziare che tali spericolate ed incivili corse su due ruote nuocciono gravemente alle persone oltreché alla realtà di un’area protetta, ai suoi valori ed alle sue finalità dettati dalla legge istitutiva.

In relazione a dette considerazioni chiedo agli Uffici ed Amministrazioni in indirizzo di voler attivare ogni misura e provvedimento volti a reprimere manifestazioni che si distinguono solo per inciviltà, spregio per le regole del vivere civile e le finalità istitutive dell’area-parco. Non vi può essere né comprensione né tolleranza verso siffatti episodi.

Confidando in una positiva attenzione alla presente, ringrazio per la fattiva collaborazione e porgo molti cordiali saluti.

 CM/sv
Il Presidente

Claudio Maderloni

 

Oasi Sahariana di Djanet

Ibrahim, Nouri e Farid sono i nomi dei Tuareg che attraverso un progetto di cooperazione internazionale svoltosi ad Ancona, della durata di quattro mesi (due nel 2004 e due quest’ anno), hanno raggiunto il livello di formazione per operatori turistici, da applicare nell’ area dell’ oasi sahariana di Djanet (Illizi-Algeria) dove vivono.
Questo perché i Tuareg in Algeria vengono impiegati come guide per i numerosi turisti per lo più europei, in quanto conoscitori del deserto, come cammellieri, cuochi, autisti di mezzi fuoristrada.

Il progetto, nato nell’ ambito di un turismo sostenibile, ha permesso ai tre giovani in uno scambio reciproco di conoscenza delle rispettive culture, di studiare la lingua italiana, visitare le strutture ricettive ed extraricettive e culturali delle Marche, per far proprie le tecniche di accoglienza e di intrattenimento, e la conoscenza di alcune tipologie di offerta turistica praticati in Italia, oltre che entrare a contatto con il mondo culinario nazionale ed europeo.

A concludere il corso una suggestiva cerimonia del thè al Lazzaretto ad Ancona e prima di partire i tre hanno fatto visita, nella sede del Consorzio del parco a Sirolo, al Presidente Claudio Maderloni.

L’ iniziativa, finalizzata ad aiutare la crescita economica autonoma dell’ oasi di Djanet nel parco del Tassili, si è tenuta con il sostegno del Parco del Conero, della Regione Marche, della Provincia di Ancona e di partners privati quali l’ Associazione Senza Confini Onlus, il Servizio civile internazionale (Sci), l’ Imaran Voyages e il Cys.
E va sottolineato che a seguito della realizzazione della prima fase del progetto nel 2004, si sono instaurati rapporti tra il Consorzio del Parco del Conero ed il Parco Nazionale del Tassili n’ Ajjer.
In particolare vi sono stati a Djanet alcuni incontri tra le associazioni promotrici dell’ iniziativa, l’ allora presidente del Consorzio Giancarlo Sagramola e la direzione del parco Nazionale del Tassili n’ Ajjer, allo scopo di realizzare idee, sia in Italia che in Algeria, a contenuto solidale e culturale, per migliorare la conoscenza tra i due paesi.
In quest’ ottica si sta cercando di avviare un gemellaggio tra i due Parchi.

Claudio Maderloni

 

Parco e soprintendenza (Articolo)


Consorzio del Parco e Soprintendenza ai beni ambientali ed architettonici delle Marche, a loro l’ultima parola sulla gestione dell’ area verde del Conero, due istituzioni a confronto, in un incontro tenutosi venerdì scorso, a cui hanno partecipato il presidente del Parco Claudio Maderloni, il Soprintendente Luciano Garella, gli architetti Francesca Sorbati, Antonietta De Angelis, Riccardo Picciafuoco e Massimiliano Pecci, il direttore del Parco Nicola Orsini.

In sintesi, dopo i saluti di rito, l’ auspicio del Soprintendente è stato di ‘poter arrivare ad una collaborazione, ad una definizione più consapevole del territorio, ad una gestione concordata e a volte pacata del territorio medesimo’.

Il nuovo metodo applicato alla gestione del Parco è basato sulla partecipazione, come ha spiegato il Presidente Maderloni: ‘ad oggi l’ area protetta del Conero è stata oggetto di un lavoro che l’ ha proiettata verso l’ esterno ed ora c’è la necessità di andare alla modifica di questo indirizzo coinvolgendo, nella consapevolezze di avere un patrimonio e un valore aggiunto, i cittadini, le amministrazioni, le aziende e i turisti.

Quando si parla di parco, in molti iconizzano le ‘Due sorelle’, ma questa amministrazione vuole valorizzare anche l’ interno, non perdendo di vista la priorità che è la difesa dell’ area’.

 

Claudio Maderloni


Nel Parco c’è”

Adozione Piano del Parco
di Claudio Maderloni (Presidente Parco del Conero).

Grande soddisfazione per l’adozione del piano del parco, l’altra sera.

Il Direttivo aveva già discusso il progetto elaborato circa un mese fa, che era stato inviato,  con le modifiche  dopo gli ultimi incontri con le amministrazioni Comunali, al Comitato Tecnico per il  territorio e alla Comunità del parco.

Sia il Comitato tecnico che la Comunità avevano dato il loro parere positivo, così i componenti del direttivo hanno approfondito solo  le modifiche apportate dalla giunta che erano state sottoposte dai tecnici del Parco.

Il Dibattito è stato fondamentale, anche nelle critiche che sono state avanzate , persino dagli stessi  componenti della Giunta.

Non poteva essere altrimenti per la sua complessità e per ciò che produrrà per il futuro del parco.

Il risultato è stato importante  e, come ho sostenuto durante il consiglio direttivo, era indispensabile mettere un punto per iniziare un iter che vedrà coinvolti molti soggetti, singole persone, associazioni di categorie. Le stesse amministrazioni comunali, la Provincia, che attraverso le osservazioni potranno sicuramente migliorare la proposta fatta.

Le critiche, le osservazioni, le perplessità espresse dai consiglieri sono rilevanti anche perché il soggetto che dovrà prendere in esame il lavoro che noi consegniamo e le osservazioni che arriveranno, sarà diverso dall’attuale direttivo del Consorzio del parco. Ci sarà  l’Ente Parco, appena legiferato dalla Regione Marche e che tra qualche giorno diventerà realtà.

In modo particolare ha fatto colpo la questione del maneggio e la sua collocazione, ma devo dire che questa è una delle tante questioni che hanno fatto discutere e che troveranno attenzione nei prossimi mesi.

Era importante, lo ripeto, mettere un punto fermo per iniziare l’iter e voglio ricordalo, dopo l’adozione, ci saranno 90 giorni per le osservazioni, un ulteriore passaggio nel consiglio direttivo e se approvato sarà inviato alla Regione Marche per il si definitivo e anche per eventuali modifiche che la Regione riterrà opportuno fare.

Da parte nostra dopo un anno di discussione, di incontri, con i tecnici, le associazione, i cittadini ecc. abbiamo cercato di fare del nostro meglio in particolare circa 5 aspetti  della Variante al Piano del Parco del Conero:

1)      Coscienza dei cambiamenti del territorio del Parco

La Variante al Piano del parco prevede che tutte le azioni che possono alterare in modo persistente il territorio del Parco, dai Piani Regolatori Comunali ai singoli progetti di lottizzazione, devono essere realizzati tenendo in pari considerazione il sistema fisico- naturali, il sistema antropico, il sistema percettivo-culturale e il sistema istituzionale-normativo. Pertanto chi progetta è da subito costretto a confrontarsi con i vari vincoli normativi o naturali che possono ostacolare la sua progettazione.

2)    Responsabilità dei cambiamenti del territorio del Parco del Conero

L’Ente Parco del Conero, nel rilascio del nulla osta sulla realizzazione dei vari piani o progetti realizzati con il sopra citato metodo integrato, entrerà nel merito della progettazione in tutti i quattro sistemi e non solo perché ne ha le professionalità, data dalla commissione tecnica formata da un architetto urbanista, un geologo, un agronomo e un naturalista, ma anche perché ora è svincolato dal dover solo verificare il rispetto di poche norme e spesso non appropriate.

3)    Crescita intellettuale

In questo nuovo scenario di progettazione dal politico, al committente, al progettista si ha una doverosa crescita intellettuale in cui una singola pianta (magari monumentale), una strada di campagna o la presenza di un raro animale, diventano elementi focali per una progettazione capace non solo di rispettarli ma anche di valorizzarli come valore aggiunto e non rinnovabili.

4)    Spazio ad importanti professionalità

Non più solo l’architetto o l’ingegnere ma anche il geologo, l’agronomo, l’economo, lo storico, il biologo o il naturalista botanico o faunista, sono le professionalità indispensabili per progettare o pianificare all’interno del Parco del Conero. Così, si crea il giusto spazio a tanti professionisti che credendo nella bontà della loro scienza.

5)    Obbiettivo del Parco del Naturale del Conero

Con la variante si possono raggiungere gli obbiettivi delle aree protette, che sono   quelli di garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale.

ottobre 2006

Claudio Maderloni

SAHARAWI

30 ragazzi del Saharawi pieni di curiosità e avidi di sapere, sono stati gli ospiti del Parco del Conero l’ undici agosto in occasione di un incontro organizzato dall’ Associazione regionale di solidarietà con il popolo Saharawi ‘Rio de oro’ in collaborazione con il Consorzio del Parco del Conero.

Dopo un’ escursione per i sentieri del Monte, ‘scortati’ amorevolmente dal personale del Corpo Forestale, i giovani hanno ricevuto un accoglienza calorosa dallo staff del parco presso il Centro visite e dal Presidente Claudio Maderloni.

L’ associazione ‘Rio de oro’ da diversi anni accoglie in estate un certo numero di bimbi Saharawi, facenti parte di un popolo che vive da un trentennio confinato nel deserto algerino del Sahara, con la speranza di ritornare un giorno a casa, nelle coste ora occupate dai marocchini. Questo soggiorno in Italia è per molti l’ unica occasione di uscire dal campo profughi ed ha lo scopo di offrire ai ragazzi la possibilità, oltre che di vedere il mare, di conoscere gente diversa, fuggire dalle temperature torride ed inospitali del deserto almeno nei mesi più caldi e di essere sottoposti a controlli sanitari e visite specialistiche.

Claudio Maderloni

27.08.09

Cinghiali nel Parco

 

In queste settimane sui giornali c’è stata la polemica sulla presenza dei cinghiali nel Parco del Conero.

Il Tg marche ne ha dato ampio servizio in merito ai danni subiti dal campo di Golf, amplificando in modo sproporzionato la questione.

Ho avuto la tentazione di scrivere anch’io ma mi sono trattenuto perché avendo svolto l’incarico di presidente del Parco, sarebbe stata un’interferenza con il nuovo presidente del Parco.

Eppure ci sono state delle omissioni che mi hanno fatto arrabbiare.

La prima è che nessuno ricorda che questi animali sono stati immessi nel parco da chi voleva poi cacciarli.

Questa prima costatazione non è peregrina, perché è la base su cui fare ogni considerazione.

Le vie di comunicazioni tra il parco e l’Appennino non sono agevoli, l’autostrada determina una barriera quasi insormontabile, per questo il flusso degli animali selvatici è sicuramente ridotto. L’unica via di accesso restano le sponde del fiume Musone e qualche sottopasso autostradale.

L’aumento della specie è in continua evoluzione su tutto il territorio nazionale ed è un problema nazionale e prima o poi sarebbero arrivate anche sul parco del Conero.  Si sono avvistati cinghiali anche nelle campagne del Pinocchio, intorno alle mura di Osimo, nei parchi e nelle campagne di Chiaravalle.

Averli immessi ha sicuramente favorito il proliferarsi della specie, trovando un terreno particolarmente accogliente con una forte presenza di acqua e l’assenza di animali “nemici” ha permesso un aumento sproporzionato.

Cacciarli in un territorio fortemente antropizzato è un pericolo maggiore che lasciarli liberi di circolare.

Aprire la caccia significa dare soddisfazione a chi ha avuto l’idea di immetterli sul territorio.

Da alcuni anni e fino alla denuncia di un consigliere provinciale, la selezione era fatta da un guardiacaccia dell’amministrazione provinciale, che su segnalazione interveniva sul territorio e con tutte le precauzioni del caso aiutato da una squadra, ne abbatteva una certa quantità sufficiente per ridurre la presenza sul territorio.

Ormai il cinghiale è un animale selvatico del parco, certo è che il numero deve essere ridotto il più possibile per limitare i danni sia all’agricoltura, che alle strutture turistiche e ovviamente alla circolazione dei mezzi nelle vie di comunicazioni nel Parco. Ho visto i danni alle auto provocati da incidenti per l’attraversamento dei cinghiali e l’impatto è veramente tremendo soprattutto se si va ad alta velocità, ancora più pericoloso se si tratta di un mezzo a due ruote.

Dovrebbe aumentare la segnaletica  che ricordi ai visitatori di essere dentro un Parco e che sono possibili attraversamenti di animali, purtroppo ci si dimentica spesso e quando si percorre la provinciale si è spinti ad aumentare la velocità, mentre sarebbe importante rallentare e godersi lo spettacolo della natura.

Mi rendo conto che deve essere salvaguardata l’incolumità delle persone, per questo è necessario un forte ridimensionamento del numero.

Il Parco aveva avanzato la possibilità di aumentare a due i selettori e a due squadre per aumentare il numero di animali da abbattere e se non ricordo male, c’era stata l’avvallo della Provincia a tale richiesta.

Questa proposta di utilizzare i selettori della provincia e se necessario della guardia forestale, è sempre stata osteggiata da chi voleva aprire la caccia sul Conero. Non tutti, per la verità, volevano aprire la caccia, molti sentivano fortemente il problema e chiedevano solo soluzioni atte alla riduzione del problema.

Sta di fatto che in questo periodo per via della segnalazione alla magistratura, si sono annullate le battute dei selettori e la presenza dei cinghiali è aumentata creando un giustificato malumore tra la popolazione che li vede pascolare anche di giorno nei loro giardini.

Non lo so se l’intento di chi ha avanzato la segnalazione, era quello di far aumentare la presenza, spero, anzi sono sicuro, che nessuno abbia agito con quest’obiettivo, ma, di fatto, questo è accaduto e questo era purtroppo prevedibile.

Credo che si debba agire unendo le forze, tra gli agricoltori, i guardiacaccia, la Forestale, le associazioni, l’università e i cittadini, oltre ovviamente al parco, per ridurre il fenomeno. Solo con una sinergia tra più soggetti può ridurre la presenza sul territorio.

La seconda questione che non ho letto articoli che riportano il numero dei capi abbattuti in questi anni e l’uso della carne che resta pur sempre carne pregiata.

Negli ultimi cinque anni il numero di capi abbattuti oscillava tra i settanta e i cento l’anno, facendo rimanere la colonia sotto un numero “accettabile”.

La carne era consegnata a una macelleria che ricambiava il valore in carne e prodotti alimentari depositando il tutto alla Casa di riposo Opera Pia Ceci di Camerano. Questa riceveva ogni anno un’enorme  quantità di materiale alimentare senza dover pagare nulla.

Sarebbe interessante conoscere l’ammontare del valore consegnato sostanzialmente dal Parco del Conero all’Opera Pia Ceci in tutti questi anni.

Questa giusta scelta è stata fatta da chi ha pensato che non si poteva commerciare la carne di cinghiale ma è evidente che gli ospiti dell’Opera Pia ceci ne hanno sicuramente beneficiato e questo penso sia giusto farlo notare come il fatto che oggi questo contributo si è sostanzialmente interrotto.