Mar 21

Memoria: il Carcere di Regina Coeli. Per una Via Crucis laica della Roma antifascista.

di Ugo Fanti

Presidente sezione ANPI  Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini” – Roma

Carissime e carissimi,

a Roma si dice che chi non supera, almeno una volta, i tre scalini del Carcere di Regina Coeli non è romano. Allora vediamo di conoscere qualche riga della Storia di questo ex Convento diventato una galera e che molta parte ha avuto nella storia antifascista della nostra città.

L’edificio da cui il Carcere trae origine era appunto un vecchio Convento. La sua edificazione ebbe inizio sotto Papa Urbano VIII, nel 1642, e fu ripresa dal suo successore, Innocenzo X. Dal 1810 al 1814 il Convento fu confiscato in ottemperanza al Decreto napoleonico che imponeva la soppressione degli Ordini religiosi. Partiti i francesi tornarono le monache, ma nel 1873 le religiose carmelitane (della Congregazione di Sant’Elia) dovettero nuovamente abbandonare il Convento, stavolta definitivamente, per un’analoga Legge del neonato Regno d’Italia. I lavori di adattamento delle strutture del Convento a Carcere furono diretti da Carlo Morgini  e furono completati nel 1900. Sempre alla fine dell’Ottocento fu acquisito un Plesso contiguo, che venne adibito a Carcere femminile, popolarmente noto come Carcere delle Mantellate (anch’esso ex Convento risalente allo stesso periodo di quello maschile attiguo).

Le Mantellate so’ delle Suore / ma a Roma so’ sortanto celle scure / La Campana sona a tutte l’ore / ma cristo nun ce sta drento a ste mura //. Così recita lo stornello romanesco intitolato Le Mantellate, scritto da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi per Ornella Vanoni e rieseguito, nel tempo, da diverse interpreti delle canzoni popolari capitoline, tra cui Alida Chelli e Gabriella Ferri. Continua a leggere

Mag 12

“l’antifascismo al lavoro” Un testo importante su Guerzoni e sulla democrazia

Mi sono posto sin dall’inizio una domanda: quanto avrebbe apprezzato Luciano un libro che parlasse di lui?

Ho vissuto tante esperienze con Guerzoni negli ultimi quattro anni della sua vita, tempo impiegato nell’intento di rafforzare la nostra associazione che mi ha permesso di conoscere oltre le capacità politiche  e organizzative anche lo spessore culturale e umano dell’uomo.

L’uomo Guerzoni era persona schiva con un grande desiderio, quello dell’affermazione dei principi dei nostri ideali.

Disse Guerzoni “Riteniamo che la funzione dell’A.N.P.I. sia importante per la formazione di uno spirito pubblico democratico in questo Paese, per la formazione di un sentimento, per un modo di vedere le cose, che l’antifascismo faccia fare un salto in avanti della qualità, ecco noi abbiamo questa funzione di aiutare le generazioni che si rinnovano a coltivare questi valori” e citando Dossetti, partigiano,  “egli afferma che l’antifascismo è la nuova dimensione dell’umanità”. Continua a leggere

Apr 24

Caro Riccardo quest’anno è il 75° della Liberazione.

Il 25 aprile del 1945 arriva finalmente a termine il regime fascista e l’occupazione dell’Italia da parte dei nazisti tedeschi.

Sandro Pertini, che poi diventerà anche Presidente della Repubblica, lancia la rivolta con un messaggio alla nazione, “ cittadini, lavoratori, sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.”

Così iniziò il grande sciopero generale e l’insurrezione totale che portò la libertà al nostro popolo.

Ma è quanto accaduto prima quello che ci interessa ricordare.

Il fascismo ha preso il potere dopo la marcia su Roma del 28 ottobre del 1922; Gaetano Salvemini ci ricorda” in quel periodo  c’erano stati oltre tremila morti e la violenza percorreva l‘Italia”: arresti, carcerazioni, uccisione degli oppositori (a partire dai deputati eletti ed in carica – Matteotti – Gramsci) di sindacalisti di operai di intellettuali. Assassinii sono compiuti anche all’estero, in Francia sono assassinati i fratelli Carlo e Nello Rosselli. Nel 1926 sono varate le leggi fascistissime, con le quali sono cancellati ogni diritto individuale e collettivo.

Credo sia fondamentale  ricordare da che cosa ci siamo liberati, ricordare quali erano le condizioni reali del popolo italiano durante il regime fascista! Continua a leggere

Apr 02

Caro nipote

Caro nipote,

ho pubblicato la foto di mia madre, tua bisnonna, per ricordarla e ho avuto la conferma di quanta gente le ha voluto bene.

Una persona dolce e combattiva, paziente, comprensiva cui ho voluto bene.

In questi giorni cupi del Corona Virus, ho ripreso in mano un libro “Le donne raccontano: guerra e vita quotidiana. Ancona 1940-1945” quaderni dell’Istituto Gramsci che contiene, tra le tante testimonianze, anche quella di mia madre Rinalda e di mia zia Adriana. Storie che vale la pena ricordare.

Queste pagine mi hanno portato alla mente tanti ricordi di lei e ora ho voglia di scrivere, perché tu la devi conoscere e anche se ti sto raccontando singoli episodi e la memoria non sarà completa sarà comunque sufficiente per farla rivivere ancora un momento.

Mia madre è stata importante per la nostra famiglia: Rinalda Ciasca di Ciasca e Parmiani.

Di mio padre Raffaele, tuo bisnonno, potrai leggere attraverso diversi libri che lo raccontano e/o lo citano, anche se alcuni giudizi che lo riguardano non sono generosi, ma ricalcano accuse infondate, frutto di una lotta politica meschina, che hanno segnato la vita di tutta la nostra famiglia.

Purtroppo né la storia, né gli uomini hanno fatto il conto con quel periodo, si è preferito chiudere una ferita, anche perché avrebbero dovuto loro stessi pagare un conto alto e ridare a Raffaele, o Raffa (nome usato in clandestinità), quel posto nella storia che gli aspettava e che si era guadagnato con sacrifici, sofferenze, carcere, confino e soprattutto miseria, per lui e la sua famiglia.

Mia madre, Rinalda era figlia di una famiglia molto numerosa. Sua mamma, Maria Parmiani, Continua a leggere

Mar 29

Ugo Fanti – Presidente della Sezione ANPI Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”

Carissime/Carissimi,

Napoli, seconda metà degli anni Cinquanta. Il 1956 è stato un ‘annus horribilis’ per il Pci: prima le denunce di Krusciov, al XX Congresso del Pcus, contro i crimini di Stalin, quindi i carri armati sovietici a Budapest, per soffocare la rivolta degli ungheresi. Molti intellettuali hanno abbandonato il Partito, da Italo Calvino a Natalino Sapegno, fino ad Antonio Ghirelli ed Elio Vittorini. Lo scopo di Botteghe Oscure è quello di allontanare la memoria dei fatti di Ungheria, anche attraverso l’Associazione Italia-Urss, che si pone l’obiettivo di «creare proseliti per il Pci negli ambienti intellettuali». Per acquistare nuovi consensi cosa può avere più appeal della nomina alla presidenza della struttura napoletana di uno degli intellettuali più noti e prestigiosi della Penisola, Eduardo De Filippo? Continua a leggere