29 Marzo 2024

intervento di Claudio Maderloni al Meeting

Nel titolo di questa  Conferenza “Per un’Europa politica, solidale, impegnata per la pace, per il rispetto dei diritti  umani, per l’integrazione e per il lavoro dignitoso” ci sono tutte le nostre ragioni in base alle quali abbiamo aderito alla marcia. C’è anche di più: chiediamo a noi stessi e a quanti hanno aderito alla marcia uno sguardo sul futuro che vada oltre la questione della pace.

La pace senza diritti non esiste, la pace senza un lavoro dignitoso, senza uguaglianza, senza libertà, senza umanità non esiste.

Non possiamo continuare ad avere nel lavoro riconoscimenti differenziati per colore della pelle, per sesso, per luogo dove si realizza … Al lavoratore deve essere riconosciuta dignità e la possibilità di incidere sulla qualità della produzione.

Quando come ANPI abbiamo ragionato su quale contributo dare alla marcia, abbiamo pensato anche al dopo, e lo abbiamo fatto proprio guardando oltre alla nostra Italia, guardando all’Europa e al mondo perché non possiamo pensare di essere confinati in un luogo, senza relazioni, senza rapporti con il resto del mondo.

In questi giorni in tutta Italia abbiamo ricordato con tantissime iniziative gli ottant’anni delle leggi razziali; come potevamo non collegarle all’oggi?!

Vi cito solo gli ultimi episodi: la nave Diciotti sequestrata, il decreto sicurezza e il diritto d’asilo, l’arresto del sindaco di Riace. E qui  propongo che la marcia della pace parta idealmente da Riace, con quanti domani raggiungeranno quel  piccolo Comune con un grande Sindaco , sarebbe bello pensare che la marcia si sia già messa in cammino perché non si può arrestare l’umanità e un grande progetto di solidarietà.

Ma prima e dopo questi fatti, ce ne sono e ce ne saranno tanti altri.   Ogni giorno emergono nuove tensioni mentre la classe dirigente urla, fa dispetti battute o personalismi. Bisogna ricomporre questo Paese lacerato! Ci dobbiamo preoccupare! Già la nostra Associazione si sta battendo per contrastare la questione neofascista e il revisionismo che vorrebbe trovare nel mondo della resistenza i “colpevoli” e, per contro, assolvere i repubblichini di Salò!

Da qui la necessità di unire tutte le forze antifasciste e antirazziste per fare argine alla dilagante condiscendenza, in faccia alle leggi Mancino e  Scelba e che potrebbe aprire alla ricostituzione  di regimi autoritari e  fascisti con  un aumento indiscriminato del “fai date”, di atti razzisti che colpiscono inermi, e indifesi cittadini (Traini).

Il tema della lotta al razzismo è oramai all’ordine del giorno in tutta Europa. La nostra associazione ha accolto con favore il sì del Parlamento europeo (meglio tardi che mai) all’apertura, contro l’Ungheria, della procedura prevista dall’articolo 7 del Trattato in caso di violazione dei diritti fondamentali come democrazia, Stato di diritto e diritti umani. . E’ una risposta importante ma non sufficiente! Risposta parziale di significato prevalentemente politico: è noto che il passaggio successivo – la ratifica dell’apertura della procedura da parte di tutti i governi europei – sarà il tornaconto reale della volontà dei Governi europei; in quel momento vedremo come si posizioneranno paesi come la Polonia o anche il nostro, visto che già alcuni membri hanno dichiarato (non si conosce ancora l’opinione del presidente del Consiglio) che l’Italia voterà contro.

C’è dunque in Europa una situazione difficile che può diventare esplosiva.

E’ tempo di pensare a una nuova politica, una diversa economia!

Ci sono bisogni individuali e collettivi che non possono essere ulteriormente compressi o negati. Se non si agisce in questo senso, saranno ulteriormente alimentati venti di razzismo e xenofobia si alzeranno sempre più muri, frontiere barriere al dialogo e alla comprensione.

 

Noi, invece, dobbiamo mettere in comune sogni e speranze!

 

Certo, abbiamo fiducia: pensiamo all’appello lanciato dalla scrittrice austriaca premio Nobel Elfriede Jelinek che ha chiamato alla protesta ogni settimana contro il ministro dell’interno Kickl al centro delle polemiche per le sue derive neonaziste; pensiamo alle manifestazioni nelle nostre piazze, come  Roma, Bari, Milano.

Queste manifestazioni cozzano contro le decisioni di “prendere solo specializzati” o di discriminare tra chi fugge dalla guerra e chi dalla fame … Ancora oggi le guerre sono il mezzo per distruggere o per conquistare mantenere o riprendere il potere economico.

In un recente documento abbiamo tra l’altro  sostenuto  che

                 C’è bisogno, di un ritorno reale allo spirito del manifesto di Ventotene, perché un’Europa forte, unita e democratica può avvenire solo a condizione che sia l’Europa della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà e della pace».

                 E ci preme  sottolineare  il rigore con cui occorre che l’UE affronti il tema della pace nel mondo.

                La premessa non può che essere la ricerca in ogni modo di soluzioni negoziate davanti alle situazioni di conflitto,  spesso molti Paesi europei hanno partecipato anche sotto l’ombrello della NATO a conflitti di varia natura e genere.

                Per di più, sono noti i dati sull’industria delle armi in Europa: emerge, in palese contrasto con i trend industriali prevalenti, un export florido e crescente, e quasi sempre nei confronti di Paesi impegnati in vicende belliche.

Per tutte queste ragioni occorre ritrovare un’unità antifascista e antirazzista di dimensioni continentali. Occorre impegno costante, spendere energie di mediazione, di ragionevolezza di umanità che uniscano le persone nell’obiettivo di lavorare per il bene comune.

Con questo spirito l’A.N.P.I. nazionale ha promosso per metà dicembre un convegno europeo sul tema “Essere antifascisti oggi in Europa”, a cui ha invitato le principali organizzazioni e associazione antifasciste del vecchio continente.

E con questo spirito partecipiamo alla marcia della pace, gridando l’Umanità al potere e, per dirla con le parole della nostra Presidente, “L’umanesimo cioè il rispetto dell’umano, della vita, della pace, dei bambini, sono valori pre politici che appartengono agli esseri umani come esseri capaci di solidarietà.  E il nostro è appunto un appello alla dimensione umana di ciascuno”

Claudio Maderloni

5 ottobre 2018