Fabio Mussi è stato un dirigente del PCI e poi del PDS e dei DS. Non ha invece condiviso la scelta della fondazione del Partito Democratico, fondando il nuovo soggetto Sinistra Democratica. Con l’obiettivo generale di chiarire meglio la storia della seconda repubblica italiana, questa intervista -che segue ad altre condotte dai curatori a personalità della sinistra italiana- approfondisce alcuni passaggi di questo percorso politico, partendo dagli ultimi anni del PCI.
La crisi che viviamo, avanti tutto di civiltà, ha in qualche misura svelato la reale natura di una dottrina ideologica, quella neoliberista, ai cui assunti di fondo la sinistra, in particolare quella europea, è stata subalterna culturalmente prima ancora che politicamente. Cosa ritieni ci sia stato alla base di questo pressoché totale appiattimento?
Non c’è un singolo momento in cui avviene questa metamorfosi. L’assoggettamento della politica al capitale finanziario avviene per gradi. Bisognerebbe ricostruire l’albero degli eventi, vedendo come a ogni bivio si è preso il ramo sbagliato. All’origine di questa fase storica, che viene chiamata rivoluzione neoliberista, la leadership degli USA è in mano a Reagan, in Europa alla Thatcher. Vengono operati dei cambiamenti profondi del sistema economico, primo tra tutti la libertà di circolazione dei capitali, fino al superamento degli accordi di Bretton Woods. Ma al seguito delle misure che hanno aperto la strada al dominio del capitale finanziario, vanno ricordati diversi altri passaggi. Per esempio, nel 1999, Continua a leggere