12 Maggio 2024

Se tutto ciò che progettiamo per il futuro fosse studiato partendo da una proposta culturale ampia? Lavoro, spazi, ambienti, incontri, pubblicità, università, case editrici….

Il nostro territorio è ormai saturo: sui suoi 17 km quadrati vivono più di quindicimila abitanti, e con quanto previsto in nuove costruzioni edilizie, lo spazio reale per realizzare altro è inesistente.

Il nostro centro dovrà essere ripensato e ricostruito, e dovrà essere fatto con l’aiuto di tutti, delle forze culturali collettive e dei singoli cittadini: quell’area, l’ex CRAL, che si trova nel cuore della nostra città, può essere il cardine per una nuova stagione.

Possiamo guardare al futuro con un’ottica diversa: la cultura come strumento di crescita non solo delle coscienze individuali e dei rapporti tra le persone ma anche dell’economia locale.

Questo è già nella storia di Chiaravalle. Forse perché le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella gestione della vita sia pubblica che privata,  lavorando, avevano l’indipendenza economica e la voglia di concretezza della vita.  Così la ricchezza prodotta si è trasformata in un bene culturale comune, in una ricchezza di servizi  rivolti alle persone (basta pensare alla scuola materna comunale).

Chiaravalle ha potuto avere oltre al teatro anche tre sale cinematografiche, e poi una straordinaria biblioteca e la Fondazione Montessori, ma anche tanti circoli culturali, ricreativi, due scuole di musica. Questo fermento culturale ha prodotto tanti momenti di aggregazione e una straordinaria partecipazione volontaristica che ha favorito anche l’inclusione.

Insomma Chiaravalle ha guardato sempre oltre i suoi luoghi di lavoro, dalla fonderia alla falegnameria e soprattutto la manifattura tabacchi, trovando nell’uomo la ricchezza.

Io penso che possa essere la cultura la via maestra; la strada che, con un po’ di sacrificio, può aiutarci anche nel creare lavoro nuovo. L’occupazione resta la fonte indispensabile per dare dignità alla vita e far progredire l’uomo.

Si può pensare a una città capace di utilizzare le risorse intellettuali, che chiama a raccolta le menti più fervide del territorio per creare una proposta che possa interessare non solo i quindici mila abitanti di Chiaravalle ma che sia d’impulso per la realizzazione di un polo d’interesse più grande. Possiamo far aprire la città alle innovazioni che facciano della ricerca uno strumento di lavoro, che utilizzino tutte le strutture pubbliche e private, mettendole in rete e offrendo un bene unico.

E’ possibile che da una proposta ampia si possano ricavare nicchie d’intervento tali da caratterizzare la nostra cittadina?

E’ possibile che la collettività, attratta e organizzata, possa essere l’elemento che sviluppa proposte e trova  filoni specifici tali da attirare finanziamenti privati?

Se questo è possibile, tutte le sinergie devono essere organizzate per raggiungere l’obiettivo, siano esse l’amministrazione pubblica, le istituzioni, le associazioni o i singoli cittadini.

 

Claudio Maderloni

 

16.01.2013