Al teatro Scala di Milano, dopo l’inno di Mameli, un uomo ha urlato “Viva l’Italia antifascista”. L’uomo in questione è il giornalista Marco Vizzardelli che per questo fatto è stato identificato dalla DIGOS.
Questo a me ha ricordato un altro grido: il 2 aprile del 1923 a Santa Margherita Ligure, nel mezzo di una manifestazione fascista, allora si udì “Viva L’Italia Libera”. Si trattava di Raffaele Rossetti, medaglia d’oro al valore militare della grande guerra; non era un sovversivo rosso, il grande nemico, ma un eroe di guerra. Questo fatto ebbe così tanta eco che venne subito decretato lo scioglimento dell’associazione “Viva L’Italia Libera”
Nell’aprile del 1945, per Pietro Secchia l’ora era giunta: “Aldo dice 26×1”. L’ordine era del CLN e sanciva in codice l’inizio dell’insurrezione nel Nord Italia. Saltata la linea Gotica si insorge al nord, si esce dalle fabbriche, si scende dai monti e inizia la grande insurrezione per liberare l’Italia dai fascisti e dai nazisti.
Il 25 aprile 1945 è la giornata che la Repubblica italiana dedica al riconoscimento della lotta per la liberazione del nostro Paese dal nazifascismo: è bene ricordarlo sempre.
Il 25 aprile è festa nazionale: non si lavora, le scuole sono chiuse, è la Festa della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza, forgiata dalla Costituzione antifascista, scritta dalla resistenza anche su questi monti, nelle carceri, tra i confinati politici.
Scritta in totale autonomia e libertà di pensiero, da eletti dal popolo con voto “eguale, libero e segreto”.
Questo è stato possibile perchè molte donne e molti uomini si sono schierati contro il fascismo e il nazismo dando vita ad uno straordinario movimento chiamato Resistenza, e grazie ai tanti soldati italiani che rifiutarono di combattere per Salò e per i nazisti che furono internati nei lager tedeschi.
Che cosa non sia chiaro di questa parte della nostra storia e che cosa non sia chiaro circa la natura antifascista della Costituzione si fa fatica a comprenderlo.
Il tentativo di confondere le idee sul movimento partigiano, l’avversione e la riluttanza a dichiararsi antifascisti è una grave offesa per l’Italia tutta che ha combattuto contro una dittatura autoritaria e repressiva.
Dice il Presidente Mattarella “La repubblica italiana lo è antifascista nel suo senso più largo, nella costruzione di questa comune matrice che dal sacrificio di tante e tanti, ha dato una Carta costituzionale fondamentale….” Ecco la Costituzione
Domandiamoci: che cosa non si comprende?
L’essere antifascista quando dice
Che è una repubblica fondata sul lavoro?
Che garantisce i diritti inviolabili dell’uomo?
Che ci richiama ai doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale?
La posizione circa l’accoglienza?
Oppure la parità dei diritti sociali?
O che tutti sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione di opinione politica o per le condizioni personali e sociali…
L’uomo è un soggetto inviolabile a prescindere dal colore della pelle.
L’uomo ha diritto al lavoro e lo Stato deve promuovere le condizioni che rendano fruibile questo diritto.
L’Italia è una e indivisibile: le Regioni non dovrebbero essere messe in concorrenza fra loro ma insieme concorrere al benessere di tutto il popolo italiano, un solo popolo con pari diritti e pari doveri. Ecco la differenza.
La democrazia è partecipazione: bene!
Invece quotidianamente i vari soggetti vengono delegittimati e si preparano strumenti per racchiudere il potere nelle mani di pochi o in una sola persona.
Quindi questo 25 aprile sentiamo la responsabilità di gridare che quanto è stato conquistato con il sacrificio, con il sangue e con le lotte di tutto un popolo, oggi non può essere messo in discussione; lo Stato non può essere frantumato da nessuna autonomia differenziata.
Il lavoro, la vita dei lavoratori, ha un valore ben più alto del profitto.
Il lavoro deve essere giusto e sicuro.
L’attenzione verso le nuove generazioni porti ad azioni concrete: lotta al precariato, la scuola deve essere pubblica.
Come pubblica deve essere la sanità.
E pensiamo a cosa è successo ieri, non è poi passato così tanto tempo dal regime fascista, cosa ricordiamo? Soprattutto quando il fascismo è nato.
Nel 1923 ad Argenta, nel ferrarese, è stato assassinato don Minzoni perché non volle sciogliere le associazioni scout(che poi saranno sciolte definitivamente nel ’28).
Nel 1924 è stato assassinato Giacomo Matteotti per aver denunciato in parlamento le irregolarità delle elezioni ; sono stati arrestati deputati in carica, ad iniziare da Antonio Gramsci che morirà in carcere.
Nel 1926 sono state emanate le leggi fascistissime, i tribunali speciali e le commissioni provinciali per il confino; nel 1938 le aberranti leggi razziali contro la Comunità ebraica e la caccia al diverso.
Ti mandavano al confine perché eri Valdese, Pentacostese, o testimonio di Geova, o omossessuale.
Nel 1937 Raffaele Maderloni, mio padre, fu confinato a Ventotene dal carcere di Regina Coeli perché antifascista (2330 persone – donne e uomini – soltanto su questa isola); quando ero ragazzo mi raccontava degli schiavettoni e delle catene ai polsi. Come non pensare con dolore ad Ilaria Salis e a quanto accade in uno Stato membro della nostra Europa, quella nata dal Manifesto di Ventotene.
Il fascismo eliminò ogni forma di partecipazione democratica, soppressi i partiti, i sindacati, le cooperative, le associazioni democratiche ,chiusi tutte le redazioni dei giornali antifascisti, bruciati i libri, obbligo del giuramento al regime dei Professori e ristabilita la pena di morte, non più sindaci eletti ma Podestà nominati, chiuso politicamente il parlamento.
Questo era il mondo reale in quegli anni. Che cosa non si capisce del fascismo?
Sappiamo che l’Italia fascista è sempre stata in guerra, era il suo essere, la sua natura: Il mito dell’impero, le colonie, la Libia, la Somalia, l’Eritrea l’uso del gas contro quelle popolazioni. Dopo L’Italia ha dichiarato guerra alla Spagna, alla Francia alla Jugoslavia, all’Albania, alla Grecia.
Poi contro l’Unione Sovietica …
Anni e anni di guerra, sempre in guerra, e sempre con una economia di guerra che significa fame miseria morti feriti lutti distruzioni. Ecco l’articolo 11 della Costituzione, ripudiare la guerra
Oggi la guerra è tornata in modo perentorio nella vita di tutti noi, gli atti di guerra si susseguono incessantemente, inutili le parole del Papa e di quanti hanno a cuore la pace.
La guerra in Ucraina e l’invasione da parte della Russia sono in corso da anni.
Morti e distruzione. Così sono tornate nella quotidianità parole come: armi atomiche, allargamento del conflitto, coinvolgimento diretto della NATO …
Un continuo incremento delle spese per gli armamenti, si riempiono gli arsenali piuttosto che i granai. Pertini
E’ necessario, fondamentale e urgente che si fermino i fiumi di sangue e di odio, si avvii la composizione di un conflitto che si aggrava di giorno in giorno.
La situazione in Medio Oriente è tragica
L’ANPI ha lanciato un appello a tutte le forze politiche italiane affinché si prenda atto dell’estrema gravità della situazione
“Spira un mortale vento di follia. Non basta la strage e il rapimento di civili israeliani da parte di Hamas. Non basta come risposta l’eccidio ininterrotto di oltre 30mila civili palestinesi da parte del Governo di Israele, oltre alle bombe anche la fame, le malattie, la distruzione degli ospedali, Chiediamo con forza l’immediata cessazione e la reale possibilità che possano esistere due popoli in due stati sovrani, autonomi e in pace.
L’escalation delle reciproche minacce che infiammano tutta la regione aver colpito una sede diplomatica e la risposta per rappresaglia richiama un’altra rappresa-glia e sempre più Stati possono essere coinvolti.
Le nazioni creino le condizioni per un vero e nuovo potere dell’ONU. Nazioni Unite
l’Europa agisca ritrovando lo spirito che ha portato al manifesto di Ventotene.
I popoli si mobilitino per la salvezza dell’umanità.
Siamo all’allarme rosso.
Oltre all’azione degli stati e dei popoli, è indispensabile anche l’impegno individuale, per fermare tutte le guerre, e anche tutto ciò che distrugge il nostro habitat, salvaguardare la natura e l’ambiente è diventata una priorità per tutta l’umanità: ora perché domani sarà troppo tardi.
Cogliamo lo spirito del movimento Partigiano, quello indicato nella nostra Costituzione, quello unitario, plurale e di popolo
Viva l’Italia
Viva la resistenza
Viva il 25 aprile
Gridiamo con forza
Viva l’Italia antifascista.
Grazie