Caro Guerzoni,
ieri ad Assisi, all’incontro nazionale degli Operatori di Pace, ho pensato molto a te, e al resoconto che ti avrei fatto nella tua stanza.
Ho immaginato quali domande mi avresti fatto: quanti eravate? Quali associazioni erano rappresentate? C’erano giovani? Si è parlato dei giovani? E’ stata fatta una sintesi politica? C’è una prospettiva unitaria e può esserci un ruolo per l’A.N.P.I.? Sicuramente me ne avresti fatte tante altre, e non sempre sarei stato in grado di risponderti perché la tua curiosità spaziava su terreni ampi.
Il fatto che ieri ti abbia pensato molto non è dato solo dal tema che sarebbe stato sicuramente di tuo interesse, la pace, ma anche perché è già trascorso un anno dall’ultima volta che abbiamo avuto modo di confrontarci, che ho avuto modo di ascoltarti. Quell’ultimo incontro a casa tua, quando già eri ammalato, è rimasto scolpito nella mia mente e non riesco ad andare oltre. Mi pesa essere stato in quella stanza con te a parlare del futuro e tu, pur affaticato, che guardavi al domani, come sempre, come se la tua malattia fosse una parentesi che ti stava tenendo momentaneamente lontano dall’associazione, dalla politica, dai tuoi compagni e dai tuoi impegni.
Due ore indimenticabili che mi richiamano alla prima volta a Macerata, quando al termine de Continua a leggere