15 Maggio 2024

Mi sono posto sin dall’inizio una domanda: quanto avrebbe apprezzato Luciano un libro che parlasse di lui?

Ho vissuto tante esperienze con Guerzoni negli ultimi quattro anni della sua vita, tempo impiegato nell’intento di rafforzare la nostra associazione che mi ha permesso di conoscere oltre le capacità politiche  e organizzative anche lo spessore culturale e umano dell’uomo.

L’uomo Guerzoni era persona schiva con un grande desiderio, quello dell’affermazione dei principi dei nostri ideali.

Disse Guerzoni “Riteniamo che la funzione dell’A.N.P.I. sia importante per la formazione di uno spirito pubblico democratico in questo Paese, per la formazione di un sentimento, per un modo di vedere le cose, che l’antifascismo faccia fare un salto in avanti della qualità, ecco noi abbiamo questa funzione di aiutare le generazioni che si rinnovano a coltivare questi valori” e citando Dossetti, partigiano,  “egli afferma che l’antifascismo è la nuova dimensione dell’umanità”.

Abbiamo fatto bene a realizzare questo strumento di comunicazione.

Luciano amava la lettura e il cinema, elementi sempre presenti nelle sue riflessioni.

Aveva una curiosità innata. Spesso faceva girare un testo a più persone per conoscere l’opinione di tutti, poi ne elaborava una propria; era un buon modo per far circolare idee e orientamenti.

E’ stato un grande dirigente e un grande costruttore soprattutto per la nostra associazione e non solo  al sud.

Quando ti chiedeva di produrre un certo lavoro, prima ti spiegava l’obiettivo, poi ti indicava come arrivarci e non ti abbandonava mai, ti seguiva sempre lasciandoti però ampia autonomia.

“ I Giovani hanno il diritto di essere felici!” Aveva un’attenzione particolare per i giovani: la scuola, il lavoro, la loro prospettiva, la società dove avrebbero vissuto, le problematiche ambientali, la pace, il servizio civile. Erano argomenti che tornavano sempre al centro del suo pensiero.

Durante la pausa del  pranzo e ancora di più in quella della cena sotto la sua abitazione in via del Governo Vecchio a Roma, si analizzavano le varie iniziative; queste prendevano un sapore particolare e il ragionamento si faceva “lezione” e si parlava dell’organizzazione, di come far sviluppare la struttura, del rapporto da tenere con i Presidenti provinciali, lo sguardo attento a quelli delle sezioni, delle altre organizzazioni, della Confederazione e dei necessari momenti di unità. Poi si ragionava sull’autonomia e sulla pluralità che “sono la ricchezza della nostra associazione”, “noi abbiamo dentro tutte le case politiche democratiche”ed è fondamentale quest’autonomia per la crescita e per rafforzare il valore delle nostre idee e della memoria della Resistenza.

Si abbiamo fatto bene a realizzare questo volume perché sono sicuro che lo useremo come strumento di divulgazione, come attrezzo da lavoro, e sarà in ogni sede, in ogni casa di antifascista, così come abbiamo utilizzato quel libricino tanto amato da Luciano “sulla nuova stagione per l’ANPI”, del 2009.

Non posso fare a meno in ogni riunione di pensare a come avrebbe risposto alle domande dell’oggi, a come si sarebbe posto di fronte a questo o quel problema. E oggi ne abbiamo tanti, e mi torna sempre quell’incontro a casa sua, quando già era ammalato, e ci siamo confrontati sul futuro.

Non nascondo che mi pesa essere stato in quella stanza con lui a parlare del futuro e, seppur affaticato, guardava al domani con gli occhi che brillavano,  come sempre, come se la sua malattia fosse una parentesi che lo stava tenendo temporaneamente lontano dalla nostra associazione,dalla politica, dai suoi compagni e dai suoi impegni.

Forse con questo volume riusciremo a far circolare le  idee  e   perchè no   anche  a  stimolare quella curiosità  necessaria per sollecitare  una  sana  riflessione su noi e sul domani, che in fin dei conti ero quello a cui  teneva di più.

Buona lettura a tutti.

 

Claudio