Quest’anno non rinnoveremo l’adesione a Sinistra Ecologia Libertà (SEL), avviando a conclusione un’appartenenza che da tempo viviamo con crescente disagio.
Non siamo indotti da motivazioni di carattere nazionale.
Anzi, spesso le prese di posizione pubbliche del compagno Nichi Vendola e di altri dirigenti nazionali ci hanno convinto e sono state da noi condivise pienamente. Questo ci ha permesso di “resistere” e di restare in SEL, fino ad oggi.
Mentre scriviamo questa nota, le dichiarazioni di Nichi Vendola durante e dopo il convegno della Fiom del 9 giugno, ci confortano. Le sue parole suonano per noi a conferma di una prospettiva che impegna SEL:
– a “lavorare insieme alle altre forze di centrosinistra per mettere in campo una alternativa vincente”;
– a “unire le nostre passioni e idee per rilanciare l’Italia in un’Europa che ha un drammatico bisogno di sinistra”;
– a non “replicare gli spettacoli molto tristi del passato governo, di un centrosinistra permanentemente rissoso e incapace di esprimersi come classe dirigente con un progetto forte”,
– a spronare tutti i soggetti politici di centrosinistra ad “avere il coraggio di uscire dalla logica autoconservativa dei partiti così come sono”;
– a indicare la prospettiva “all’indomani delle elezioni” di “affrontare il tema del soggetto politico del futuro” quale “luogo dell’agire collettivo legato alla cultura progressista”. E ciò sia “dentro le istituzioni”, ossia sperimentando “in Parlamento un’unità più compiuta, delle forti sinergie tra gruppi parlamentari”, che “fuori di esse”, perchè “il problema non è la fusione di Pd e Sel. Il punto è la sinistra del futuro. Dovremo lavorare a una grande ricostruzione dei luoghi della sinistra”
(da “Mi candido alle primarie. Dopo il voto, partito unico”, intervista a Nichi Vendola – l’Unità – 10/6/2012, pag. 3).
Se ci fosse stato anche un richiamo alla necessità di collocare SEL, nel contesto dello scenario europeo, all’interno del PSE (cosa già lasciata intendere in altre occasioni dal Responsabile Esteri di SEL, Gennaro Migliore), il quadro sarebbe stato per noi compiutamente soddisfacente.
Ma qui, nelle Marche, SEL parla e agisce in modo profondamente diverso e contraddittorio.
O meglio, a fronte di pubbliche ed entusiastiche adesioni alle dichiarazioni di Vendola ed allo spirito di SEL, si sussuegono da tempo affermazioni e modalità politiche di segno opposto, mascherate dietro discorsi retorici e fuorvianti affabulazioni.
Ed è questo “scarto”, questa contraddizione, tra le posizioni nazionali di SEL e la gestione complessiva del partito a livello regionale e provinciale ad essere diventati ormai insopportabili, al punto che non possiamo più tacere, tanto da indurci a questa decisione.
A tal proposito, illuminanti sono stati gli esiti delle due ultime riunioni della Assemblea regionale (quella del dicembre 2011, e quella recente del 19 maggio 2012).
La prima, ha reso evidenti le forti differenze di analisi su temi quali l’allora neonato governo Monti e il ruolo e la prospettiva della Sinistra in Europa (e la necessità per SEL di guardare al PSE), per come già accennato.
Nella seconda, invece, il parlamentino regionale di SEL (come sempre a ranghi assai ridotti, tanto nessuno registra le presenze o verifica il numero legale), ha ascoltato il coordinatore regionale perorare “l’esigenza di un maggiore distanziamento critico di SEL” dal PD, “l’urgenza di una sua collocazione politica” coerente con tale “distanziamento critico, e politico e sociale” da attuarsi mediante “un cambio di passo” per “rilanciare e concretizzare l’autonomia di SEL, un po’ appannata, per ragioni oggettive, e per alcuni errori compiuti” (dal gruppo dirigente nazionale, di cui lo stesso fa parte).
In sostanza si persevera nel rivendicare la “alterità”, e forse la “irriducibilità”, di SEL rispetto ad un “Centrosinistra di governo”, confermando una linea sperimentata nelle elezioni regionali del 2010 (di cui si continua ad ignorare la sterilità di risultati) e riproposta, più recentemente, come “modello” in quei Comuni dove SEL si è presentata “sola contro tutti”.
Si continua a mistificare la realtà: la consistenza stazionaria (o calante) degli iscritti a SEL diventa “uno sviluppo lento, dell’insediamento di SEL”; le difficoltà organizzative diventano “qualche defaillance” che “qua e là, nel corso di questi mesi s’è vista”; il fallimento di ogni ipotesi di strutturazione di SEL (pensiamo allo stato comatoso dei Forum tematici regionali, affidati dal Coordinatore sulla base di logiche di assonanza politica e personale) è minimizzato con la constatazione che SEL “non marcia con la dovuta energia”.
Ovviamente, a fronte di tutto ciò, manca un qualunque barlume di ripensamento autocritico e di valutazione di proprie e personali responsabilità politiche.
Non meno preoccupante è la gestione di SEL nella Federazione di Ancona.
Chiusa, in modo indecente, la “gestione Paolinelli” (che ha sbattuto la porta con richiami a un presunto clima interno “a luci rosse”), la nuova Coordinatrice, che somma su di sé un’impressionante serie di incarichi multi-livello, di Partito e amministrativi, ne ha semmai accentuato i caratteri di chiusura ed arroganza.
Tutti ricordano la tortuosa e spregiudicata vicenda della negata nascita di 2 nuovi circoli (circa 50 iscritti) nella città di Ancona: una “pagina buia” rivendicata invece, anche di recente, con l’orgoglio dello schiaccia-sassi. Quella vicenda fu il prodromo di una gestione di SEL provinciale attestatasi sulla linea di gestione regionale.
Gli organismi (Assemblea federale e Coordinamento) sono convocati col contagocce. Le presenze sono risicate, ben al di sotto del numero legale e spesso senza verbali. L’assemblea generale degli iscritti, è stata convocata una sola volta e a distanza di 10 mesi. Dei loro lavori, spesso conclusi senza apprezzabili decisioni di carattere politico, non è data alcuna informazione o pubblicità (come invece prevede lo Statuto di SEL). Il fallimento dei Forum tematici provinciali, abbandonati alla loro deriva, ha replicato quello dei corrispondenti forum regionali.
I circoli, in omaggio alla loro autonomia, sono letteralmente abbandonati a se stessi. Nessuno si prenda cura di loro. Molti (almeno 4 o 5, su 9) sono sulla soglia del disfacimento o in preda ad una crisi acutissima di iscritti (che si contano con le dita di una sola mano), di partecipazione e di iniziativa politica. Negli altri non mancano conflittualità interne anche rilevanti. A giugno inoltrato, le iscrizioni a SEL, a livello provinciale, non superano il 40% di quelle del 2011, ma ci si consola “perché le altre Province vanno peggio”! Manca, in definitiva, quel “prendersi cura del soggetto”, esigenza tanto proclamata dal coordinatore regionale quanto poco praticata nella nostra provincia.
Tutto ciò ci appare, innanzitutto, come la diretta conseguenza di una gestione la cui responsabilità attribuiamo a un “gruppo dirigente” provinciale e regionale, innanzitutto proteso a “curare” propri destini personali, in attesa di una scadenza elettorale nazionale che 7-8 mesi fa sembrava imminente ma che poi si è dissolta con l’avvento del governo Monti.
Un “gruppo dirigente” che ha reso SEL una setta impraticabile, inagibile e finalizzata solo ad escludere chi non è “in linea” o, meglio, nella “sua linea”.
Un “gruppo dirigente” ristretto e asfittico, autoreferenziale, impermeabile a qualsiasi esigenza di analisi, anche autocritica, della situazione drammatica in cui versa SEL che avrebbe richiesto, invece, una chiamata alla più ampia unità e assunzione di responsabilità di tutte le “sensibilità politiche” in esso presenti, in omaggio ad un pluralismo interno, che lo Statuto vorrebbe tutelato, ma che è invece conculcato da una gestione chiusa e burocratica.
L’andamento della Assemblea provinciale degli iscritti, tenutasi a Falconara il 3 giugno scorso, e soprattutto la relazione, abbondantemente al di sotto delle necessità e scevra di accenti autocritici, con cui la coordinatrice provinciale, di fronte a circa 50 iscritti, ne ha aperto i lavori, sono stati l’ultima conferma e una potente spinta motivazionale ad assumere la presente decisione.
In fondo, anche nella nostra provincia, SEL non mostra alcuna sintonia con quanto il compagno Vendola propone. E’, insomma, “anti-Vendola”!
Dunque, stando così le cose, noi sentiamo il dovere di distinguere le nostre personali responsabilità e di riappropriarci della nostra libertà di azione culturale e politica. E lo facciamo con un atto di responsabilità pubblico e collettivo.
Tuttavia, non vogliamo disperderci. Vogliamo, anzi, preservare il valore di una “comunità politica” e di un “agire collettivo”.
Vogliamo confermare l’attualità dei valori che hanno ispirato la nostra esperienza di vita politica nelle formazioni della Sinistra democratica italiana, delle organizzazioni sindacali e dei movimenti ambientalistici e dei diritti.
Per questo, proponiamo di dare vita, intanto, ad una Associazione “2 Giugno”, per dire che ispireremo il nostro agire, innanzitutto, ai valori fondamentali sanciti dalla Costituzione della Repubblica, nata dalla Resistenza antifascista. E vogliamo farlo assumendo l’impegno ad operare, in modo assolutamente partecipato e democratico, ma in modo altrettanto chiaro, proponendo 2 punti basilari da condividere:
1) Operare, a livello nazionale, per partecipare alla costruzione politica e programmatica di un “Centrosinistra di governo”;
2) Operare, a livello europeo, nell’ambito del Partito del Socialismo Europeo (PSE).
Con questo appello ci rivolgiamo, innanzitutto:
– ai compagni di SEL che non hanno ancora rinnovato l’adesione 2012 e che condividono le valutazioni sopra espresse;
– ai compagni di SEL che hanno rinnovato l’adesione 2012, ma solo “per inerzia”;
– ai compagni che abbiamo incrociato in questi anni e che poi si sono spersi in tanti rivoli, e sono giunti sino a “Sinistra e Libertà”, ma che si sono più o meno silenziosamente allontanati dall’impegno politico;
– alle giovani generazioni che dovranno contribuire a costruire le nuove organizzazioni politico-sociali, soprattutto per i loro problemi e le loro proposte.
L’ “Associazione 2 Giugno” che proponiamo sarà aperta a tutti coloro che, iscritti o meno a Partiti, Movimenti, Associazioni, ecc. condividano i punti basilari sopra indicati.
A tutti chiediamo di far pervenire la propria adesione o manifestazione di interesse, inviando una mail a: associazione@fondazione2giugno.it accompagnata, se lo vogliono, con valutazioni e considerazioni personali.
Ci diamo, fin da ora, appuntamento per Venerdì 6 luglio, alle ore 17.30, ad Ancona – Via Esino, 65/H (Torrette) presso la sede della “Fondazione 2 Giugno”, (g.c.).
Ringraziamo per l’attenzione.
Primi promotori: AGOSTINELLI Rino (Fabriano), BARBADORO Luca (Ancona), BERTINI Bruno (Ancona), BOLDRINI SERGIO (Ancona), CARBONARI Gianmario (Ancona), CARDINALI Cristiano (Maiolati), COSTANTINI Damiano (Monte S.Vito), CUGOLA Cristina (Chiaravalle), DOMENICHELLI Mauro (Chiaravalle), DUCA Eugenio (Ancona), FALSETTI Fausto (Fabriano), FIORENTINI Gianni (Serra S. Quirico), GIACCONI Lorena (Chiaravalle), MADERLONI Claudio (Chiaravalle), MADERLONI Riccardo (Mergo), NOVELLI Alessandro (Castelplanio), PIERALISI Lorenzo (Chiaravalle), QUACQUARINI Gianluca (Ancona), QUACQUARINI Franco (Ancona), RADICIONI Marina (Serra S. Quirico), SPADONI Simone (Morro d’Alba), SUPERINA Stefano (Ancona), TARUCHI Giuliana (Falconara), TOGNAZZA Antonio (Ancona).