Per legge si è ridotto il numero dei consiglieri comunali, ma non è per questo che in consiglio non saranno presenti forze storiche, come socialisti e repubblicani, presenti non solo dalla Liberazione del 1944 ma anche prima del fascismo.
Non saranno presenti neanche altre forze politiche importanti, come il popolo della libertà che si è presentato con una lista qualificatasi civica ma che in realtà era la somma di tanti partiti (socialisti, repubblicani, fuoriusciti dal partito democratico e appunto rappresentanti del Popolo della libertà –Berlusconi Presidente- come palesato dal manifesto affisso nella bacheca di partito). Non saranno presenti perché non sono stati votati dagli elettori in numero sufficiente, forse proprio perché troppo “mascherati”, non apertamente riconoscibili.
Mancherà anche rifondazione comunista che per poco non raggiunge il quorum che gli avrebbe permesso di rappresentare in consiglio un sentimento vivo nella nostra città.
Assente anche la destra oggi sostituita da una lista civica che non si richiama alla destra classica.
SEl e PD, che hanno ottenuto undici consiglieri su sedici grazie alla legge elettorale, hanno raccolto il 46% dei consensi dei votanti, ma è evidente che non ci si può accontentare di questo dato. Ora, questi partiti dovrebbero abbandonare ogni forma di “rivincita” guardare al futuro e dimostrare che c’è una sinistra o un centrosinistra che sa governare. Sono le cose che si faranno ora (rispettando il programma presentato in campagna elettorale), superando prospettive di piccolo cabotaggio, che consentiranno di centrare l’obiettivo di trasformare una lista elettorale in un soggetto capace di amministrare bene.
Oggi si dimostrerà di aver vinto non solo nei numeri, solo se si avrà il coraggio di lasciarsi alle spalle inutili polemiche che hanno fatto molto male alla città, cercando di creare, contemporaneamente al buon governo, una classe dirigente nuova che sappia guardare al futuro.
Il nostro contributo dovrà essere essenzialmente quello di mettere a disposizione quanto appreso in tanti anni di militanza. Quanto accaduto a Chiaravalle deve aiutarci a lavorare per recuperare una visione che unisca e rafforzi l’idea della sinistra, una sinistra capace di governare in modo diverso, che faccia della partecipazione il propellente del motore dell’amministrazione pubblica.
Forse anche il risultato di Chiaravalle può aiutare la discussione presente oggi nella sinistra e dobbiamo stare attenti a non soffocarla guardando a questo risultato con miopia causata da voglia di rivalsa personale e risentimenti.
E’ guardando avanti, e no a noi stessi, che possiamo veramente fare bene per la nostra comunità.
Claudio Maderloni
29 maggio 2013