Damiano Costantini è il nuovo Sindaco di Chiaravalle: questa mattina è stato proclamato Sindaco dalla presidente dell’adunanza dei presidenti di Seggio, dopo un’interminabile lettura di nomi numeri e riferimenti normativi che, magari, i più avranno considerato noiosi; io, invece, l’ho considerato come atto di trasparenza, per nulla informale, un atto solenne di rispetto del voto espresso dai cittadini.
Entro pochi giorni si terrà la prima riunione del Consiglio Comunale. Un consiglio rinnovato, tante persone alla loro prima esperienza e,nel complesso, maggioranza e opposizione, spinti dalla voglia di dare il meglio per il bene della nostra città.
Alla caduta del consiglio comunale qualcuno ha manifestato soddisfazione: piuttosto che essere governato da una maggioranza espressione del voto popolare, ha preferito essere amministrato da un commissario straordinario. C’è stato chi ha visto in quei mesi di stallo di rappresentanza un’opportunità per cercare di costruire qualcosa e chi ha guardato a quel Consiglio con astio e cattiveria rinunciando all’essenza stessa della politica. Questi ultimi, almeno in grande maggioranza, non saranno rappresentati in Consiglio. E non saranno presenti anche molti che in questi anni hanno enunciato la necessità di rinnovamento e che al momento opportuno hanno “rinnovato” facendo fuori i giovani e inserendosi loro nelle liste. Anche questi sono fuori dal consiglio comunale. Sono fuori dal Consiglio Comunale anche quelli che gridavano “tutti a casa”. Sì, loro sono proprio rimasti a casa.
Il 12/04/2012 su Vivere Jesi si leggeva: “…Non è difficile salire sul palcoscenico, difficile è saper uscire di scena” viene in mente la riflessione di un grande maestro, Edoardo De Filippo, leggendo la perorazione che l’onorevole Maderloni lancia per provare a scongiurare il commissariamento del Comune di Chiaravalle e la fine della consiliatura.”
Iniziava così una lunga lettera di un personaggio politico chiaravallese nei miei confronti. Che dire: non mi dispiace che lui non sia in Consiglio Comunale e neanche che debba uscire di scena in questo modo; sono rammaricato, fortemente rammaricato della non presenza di un simbolo importante, e della mancata rappresentanza di quanti seguono quel grande simbolo e per chi ha dedicato tempo e fatto sacrifici per quell’ideale. Si per loro sono veramente e fortemente dispiaciuto, per lui assolutamente no.
La lettera continuava con: “…Ecco perché mi è difficile comprendere l’estemporanea esternazione di Maderloni (che è stato anche il mio candidato sindaco) e il suo atteggiamento da padre nobile (forse il batterio anconetano Eugeniococco ha colpito anche lui) che, aldilà delle intenzioni, si connota come un’ancora di salvataggio per questa maggioranza e insieme avanza una proposta, confusa invero, per una fine consigliatura sorretta dagli “uomini di buona volontà”, ma non si capisce con quale programma e per quale futuro…”
A distanza di qualche mese posso dichiarare che non sono affetto da nessun “batterio anconetano Eugeniococco”, forse la storia si conclude così, con la pochezza da parte di chi scriveva, è solo capace di offendere.
Io avevo dichiarato che non mi sarei candidato, e così è stato; avevo detto che bisognava lasciare il posto ai giovani e così è stato. Quando si enuncia il concetto di coerenza bisogna essere capaci di rispettarlo.
Auguro al nuovo consiglio comunale di essere all’altezza del momento, di sapere coinvolgere di nuovo quanti in questo turno elettorale hanno deciso di astenersi, di sapere riconquistare la fiducia di quei chiaravallesi sfiduciati della politica, perché la grande partecipazione inizia dal voto individuale.